Stage

Si parla di stage di alta formazione quando si affrontano temi più tecnici e maggiormente legati ad una formazione selettiva ed individuale.

In tal senso si aiuta il singolo ad esplorare una grande gamma di possibilità espressive attraverso tecniche differenziate.

Gli stage principali che organizziamo sono :

TEATRO DANZA

Il linguaggio corporeo rappresenta il mezzo di comunicazione al quale inconsciamente ci affidiamo di più perché è istintivo, immediato, riflette gli stati d’animo più profondi. Nella danza questa comunicazione diventa fisica, si fa carne, e si apre alla sfera sociale. Nelle danze popolari è l’identità di un gruppo che parla attraverso i corpi dei danzatori e trasmette un messaggio attraverso una gestualità.

Abbinare il gesto consapevole alla forza estetica e simbolica della danza, al significato verbale del testo consente una esplorazione inconscia dell’io emotivo utilissima alla crescita tecnica dell’attore. 

TEATRO ARCHETIPICO 

Questa specifica azione nella formazione è quella che ha come obiettivo la crescita personale del singolo attraverso la formazione del teatro archetipico: ognuno di noi ha al suo interno più archetipi, diciamo più personaggi, che vanno a costituire il puzzle dell’anima, un puzzle che ognuno deve imparare a gestire nel modo più armonico. Questa formazione prende spunto dalle tecniche del pensiero magico di Jodorowsky. E’ lui a teorizzare con metodo l’attivazione dei vari archetipi nell’individuo e la gestione degli stessi acquisendo la capacità di scegliere quale tipo di archetipo lasciar esprimere, in quale modo, in quale circostanza, quanto spazio concedergli in base alle situazioni esterne. In tal senso  questi laboratori consentono al singolo di esplorare una grande gamma di possibilità espressive così da imparare a convivere con esse.

TEATRO DELL’ OGGETTO 

Il teatro ormai da anni viene riconosciuto nel suo valore formativo perché da una parte il laboratorio promuove la conoscenza di se stessi, del proprio corpo, dei propri sentimenti, dall’altra sviluppa la consapevolezza dei nuclei di lavoro che la persona deve avere su se stessa per arrivare ad accrescere proprie specifiche competenze, lavorando attraverso uno studio sulla prossemica, sull’occupazione dello spazio e sull’espressività del corpo in relazione agli ambienti e alla gestione degli oggetti presenti nello spazio scenico.

L’ ispirazione di tale laboratorio prende forma da Winnicott che introduce le concettualizzazioni relative a fenomeni e oggetti transizionali, nella letteratura psicoanalitica infatti prima di lui non c’era alcun esplicito riferimento rispetto ad una terza area, area intermedia, spazio potenziale, luogo di riposo, luogo che grazie a questo studioso assume un significato diverso per l’ individuo e per noi anche relativamente al performer, divenendo sede dell’esperienza culturale. L’ utilizzo consapevole dell’oggetto scenico in ambito teatrale consente l’esplorazione aprendo occasioni di sviluppo inaspettate e creative per il singolo.

TEATRO FISICO 

Quando si pensa al teatro fisico la prima associazione si lega al concetto di gesto che talora anche involontariamente accompagna la parola per renderla più espressiva.

In realtà il movimento può essere oggetto di studio a se stante. Lo psicologo Paul Fitts descrive tre livelli di apprendimento di una nuova abilità motoria: Cognitiva, associativa e autonoma. Partendo da questi concetti si definisce il concetto di teatro fisico ripensando l’ azione teatrale non solo mnemonica e dalla valenza drammaturgia ma sopratutto come memoria fisica del gesto e costruzione di una drammaturgia del movimento prima che della parola. L’ abilità cognitiva evidenzia lo scopo di una specifica attitudine regolando sfumature specifiche di tale abilità. L’ associativa consente l’esercizio di tale abilità appresa per cui il tempismo ed il ritmo dell’azione viene raffinato inconsciamente fino ad arrivare all’ autonoma per cui l’abilità diventa completamente automatica, naturale. Scorporare l’azione ha bisogno di ripensare cognitivamente il concetto di movimento e di frammentare i tre livelli di apprendimento dello stesso rendendo l’ azione un’ azione consapevole cioè abile a comprendere i tre differenti momenti e le tre tappe di un segmento teatrale.

CIRCO-TEATRO 

Il gesto è parte integrante dell’azione scenica ma quel corpo diventa interessante in maniera proporzionale a quanto la sua forma diviene parte di una drammaturgia scenica e visiva che vuole raccontare qualcosa. Il teatro e la danza hanno la possibilità di nutrirsi del corpo dell’acrobata se questo è necessario all’interno della propria creazione, nello stesso modo in cui il circo per diventare spettacolo può rubare al teatro, può far sua la parola, le storie, i testi, può interagire con attori e danzatori e creare una scrittura scenica sua propria, sia sotto lo chapiteau che nelle sale convenzionali.Per me è questo il tema centrale del rapporto tra la danza, il teatro e l’arte del circo: incontrarsi, fondersi, contaminarsi per trovare un linguaggio capace di arrivare nel profondo, capace di costruire una verticalità espressiva più spinta. Il laboratorio quindi esplora il mancante, il mondo della giocoleria, degli equilibrismi, il mondo aereo del circo per integrare al movimento fisico o danzato il ritmo dl movimento performante puro quello che non può sussistere in assenza di un oggetto divenendo continuo confronto per il performer.